Attitudine Riottosa, anarcopunk in UK

(Click HERE for something in English)

Nel gennaio 2018, ospite di Ong e Maureen a ComPeung, la loro ‘artist residency’ a Doi Saket, nel nord della Tailandia ho iniziato a stendere il progetto di traduzioni che poi si è materializzato in questo libro…

Giulio D’Errico, Attitudine riottosa. anarcopunk in UK (Agenzia X, 2020) Collana Moicana

Con scritti di Russ Bestley, Greg Bull, Justine Butler, Rich Cross, Mike Dines, The Free Association, Alastair ‘Gords’ Gordon, Matt Grimes, Alistair Livingstone, Chris Low, Willie Rissy, Francis Stewart e Peter Webb, precedentemente pubblicati in inglese da Itchy Monkey Press, Situation Press e Autonomedia.

L’anarcopunk è un’attitudine, un modo di agire politico dal basso che influenza ancora oggi gli attivisti di tutto il mondo.

Tagliare e incollare. Con le forbici o con il computer. Questo libro è una specie di punkzine: un insieme di voci dissonanti, storie, ricordi, documenti e saggi che raccontano e analizzano l’anarcopunk degli anni ottanta nel Regno Unito.

Attraverso un variegato microcosmo di esperienze personali e collettive, squatting, concerti e manifestazioni, abuso di alcol e droghe, viaggi e festival, l’anarcopunk è riuscito a reinventare l’approccio alla lotta militante, una nuova ‘educazione sentimentale’ alla politica in un decennio che ha visto la sconfitta dei movimenti sociali e il sorgere di un regime neoliberista globalizzato.

Londra, ma anche Belfast e Bristol, i centri industriali del nord dell’Inghilterra e la brughiera del sud-ovest. I dodici capitoli di questo volume, ciascuno scritto da chi ha vissuto la scena in prima persona, presentano per la prima volta tematiche spesso ignorate come il ruolo del punk nell’abbattimento delle divisioni confessionali nell’Irlanda del Nord, l’importanza delle zine nella formazione intellettuale dei giovani punk, le manifestazioni di Stop the City nella Londra del 1983, l’incontro/scontro con i minatori in sciopero, l’apporto del femminismo, dell’animalismo e i vicoli ciechi da cui non tutti sono riusciti a salvarsi.

LA STORIA

Per sei lunghi anni, tra il 2013 e il 2019 mi sono imbarcato in un dottorato in storia e più precisamente in una ricerca tra l’Italia e il Regno Unito su centri sociali e occupazioni urbane. Quello che mi ha colpito, tra le mille differenze, è il simile ruolo che il punk anarchico ha giocato nei due paesi. La fine degli anni settanta segna uno spartiacque in entrambi i paesi, seppure carico di significati e conseguenze diverse. All’inizio degli anni ottanta, a Londra come a Milano, l’anarcopunk ha aiutato una generazione a reinterpretare categorie, stili e modi del ‘fare politica’.

Durante le ricerche mi sono imbattuto nei libri che hanno originariamente pubblicato i capitoli che compongono Attitudine Riottosa:

* The Aesthetic of our Anger. Anarcho-punk, Politics and Music, curato da Mike Dines & Matthew Worley (Autonomedia, 2014). Il libro è liberamente scaricabile.

* Tales from the Punkside, curato da Mike Dines & Greg Bull (Itchy monkey press, 2014)

* Not Just Bits of Paper, curato da Greg Bull & Mickey Penguin (Perdam Babylonis Nomen Publications/Situation Press, 2015)

* Some of us Scream, Some of us Shout, curato da Greg Bull & Mike Dines (Itchy monkey press, 2016)

Il primo dei quattro volumi, The Aesthetic of our anger, curato nel 2014 da Mike Dines e Matthew Worlewy per Minor Composition/Autonomedia, è un insieme di saggi sul punk anarchico britannico che cercano di smontare la narrativa centrata esclusivamente sul punk delle origini e dare credito al movimento che ha preso il richiamo retorico all’anarchia dei Sex Pistols in una direzione più politica e militante.

Nello stesso anno, ancora Mike Dines, questa volta insieme a Greg Bull cura e pubblica con Itchy Monkey Press la raccolta Tales from the Punkside, che da voce a chi la scena anarcopunk britannica l’ha vissuta in prima persona. Racconti brevi, saggi, ricordi rievocano le diverse sfaccettature di una scena che – come ricorda Ian Bone (tra i fondatori di Class War) – aveva portato un messaggio anarchico, seppur diverso da quello tradizionale, dove nessuno prima era arrivato, raggiungendo giovani e giovanissimi in cittadine e villaggi sparsi in tutto il paese.

Negli anni seguenti, da volume singolo, Tales from the Punkside si trasforma in una serie, dando vita a Some of us Scream, Some of us Shout, curato da Mike Dines e Greg Bull (2016) e al suo volume gemello, Not Just Bits of Paper, curato da Greg Bull e Mickey Penguin e pubblicato da Situation Press) e nel 2016 a . Dove Some of Us Scream, Some of Us Shout prosegue il discorso di Tales from the punkside, concentrandosi sulle storie, le grafiche e le ispirazioni della scena anarcopunk dagli anni ottanta ad oggi, Not Just Bits of Paper raccoglie decine di ‘pezzi di carta’ (volantini, comunicati, manifesti) accompagnandoli con ricordi ad essi legati.

Nel 2017, Itchy Monkey ha pubblicato un ultimo volume della serie (per ora), che per questioni di spazio non è stato incluso in questa collezione: And All Around Was Darkness.

Sono indebitato con tutti gli autori dei capitoli inseriti nella raccolta e con quelli che ho dovuto lasciare fuori, con i curatori dei quattro volumi, con Stevphen Shukaitis di Autonomedia, e specialmente con Russ Bestley, Greg Bull, Mike Dines, Nicola Del Corno, Paoletta Mazza Marco Philopat e Fabio Vercilli per il loro supporto. Un pensiero va a Alistair Livingstone, che si è spento prima della pubblicazione di questo libro. Che la terra ti sia lieve.

IL LIBRO

Dagli oltre 50 capitoli presenti in questi volumi mi sono trovato a dover operare una dolorosa selezione per ottenere un libro che avesse senso per il pubblico italiano. Una mappa delle diverse scene anarcopunk. Oltre Londra, che troppo spesso nelle narrazioni britanniche assorbe e annulla la varietà delle diverse espressioni locali. Oltre la musica, per dare spazio invece ad altre forme artistiche, a racconti, esperienze personali e all’attivismo. Oltre i Crass, di sicuro importanti, ma anche ingombranti nel dibattito tra le diverse posizioni dell’anarcopunk più prettamente politico.

Negli anni novanta, i Bash Street Kids hanno scritto dell’incontro tra i punk e il movimento dei lavoratori (simbolizzato dal lungo anno di sciopero dei minatori gallesi e inglesi), cristallizzandolo in un’immagine: per i punk, quei minatori erano gli stessi “mamma e papà che volevi far incazzare quando ti facevi la cresta le prime volte”. Questo incontro, insieme a tanti altri momenti, fu fecondo di trasformazioni, (ri)portando discorsi di classe all’interno del movimento giovanile, punk e non solo.

Attitudine riottosa presenta aspetti inediti del anarcopunk britannico. Chi ha vissuto la scena italiana dagli anni ottanta in poi, vi può trovare elementi che riverberano con le proprie esperieze. Chi invece di quel movimento sa poco o nulla può addentrarsi al suo interno da una prospettiva nuova, che non richiede conoscenze pregresse.

Attitudine Riottosa intende porsi come stimolo per un rinnovato interesse sugli anni ottanta in Italia. Al di là del riflusso, del cinismo e del socialismo craxiano. Dal punto di vista della lotta militante, gli anni ottanta si ritrovano troppo spesso schiacciati tra i post scriptum degli eroici anni settanta e le origini dei movimenti dei novanta, tra età dell’oro dei centri sociali e movimenti noglobal. Le storie qui proposte offrono un approccio diverso a un decennio la cui storia ancora dev’essere scritta.

I CAPITOLI

  • Il libro si apre con una mia introduzione e due prefazioni di Mike Dines e Greg Bull.
  • Erano tutti anarchici di Alistair Livingstone

Un racconto autobiografico di uno dei redattori di Kill Your Pet Puppy, una delle principali zine anarcopunk di Londra. Dalla scoperta del punk e l’occupazione dei primi A Centres (dove A sta per Autonomia, Anarchia e Alternativa), attraverso tutti gli anni ottanta, Stop The City e gli scontri di piazza per la Poll Tax, tentativi poco fortunati di avvicinarsi alla politica mainstream e l’esperienza della campagna per l’indipendenza scozzese.

  • Stop The City ci ha mostrato un’altra possibilità. “Mobilitazione” e “movimento” nell’anarcopunk di Rich Cross

Militante antimilitarista, scrittore, redattore per diverse riviste di movimento, e creatore del sito The Hippies Now Wear Black, Rich Cross mostra la genesi, lo sviluppo e l’eredità delle manifestazioni di Stop The City, il ‘Carnevale contro la guerra, l’oppressione e la distruzione’ simboleggiate dal centro finanziario britannico, la City di Londra.

  • Per finire sul tuo tavolo e poi cagato dal tuo culo. Soggiorni puzzolenti, cavoli volanti e diritti degli animali nell’anarcopunk di Alastair “Gords” Gordon

Gordon ci racconta il suo incontro con il punk e l’attivismo per i diritti degli animali nel nortd dell’Inghilterra. Al suono della musica dei Conflict, vegetarianesimo, azioni contro gli allevamenti animali,  contro i fast food e i negozi di pellicce raccontano crescita personale e di un movimento.

  • Il Centro Iberico, agosto 1982. Il punto di vista di uno spettatore di Chris Low

Chris Low, 13 anni, si ritrova a Londra per un concerto al Centro Iberico occupato. La scoperta di una scena fino ad allora conosciuta tramite le fanzine e gli scambi di cassette via posta.

  • Dalla protesta alla resistenza. Le punkzine britanniche (1980-84) come siti di resistenza e simboli di ribellione di Matt Grimes

Grimes offre una prospettiva inedita allo studio delle fanzine, applicando i concetti gramsciani di egemonia culturale e intellettuale organico ai singoli e ai gruppi che ne curavano testi e grafiche.

  • Grande A, piccola A di Russ Bestley

Uno sguardo al punk e all’anarcopunk attraverso le scelte stilistiche e grafiche in manifesti, copertine, sleeves, volantini, ecc.

  • Sporchi squatter, anarchia, politica ed eroina. Un viaggio nella scena punk di Bristol di Peter Webb

Disorder, Amebix, Lunatic Fringe e Chaos UK sono i gruppi che meglio rappresentano la scena crust-punk di Bristol della prima metà degli anni ottanta. Lontani dalle certezze militanti dei Crass, mostrano un lato diverso dell’anarcopunk, in cui nichilismo ed elogi all’abuso di alcol ed eroina convivono con l’attivismo anarchico.

  • Disgustin’ Justin di Justine Butler

Butler racconta il suo arrivo a Bristol e la sua vita tra occupazioni, concerti e assegni di disoccupazione.

  • Non si va a Hollywood di Greg Bull

Un concerto dei Crass a Bristol assaltato da un gruppo di skinhead. La difficile relazione tra anarco-pacifismo e autodifesa. Fu abbastanza cantare Fight War, not Wars.

  • Well Sir, I Might. Be’ signore, potrei di Willie Rissy

Un lamento contro i Crass di un attivista antimilitarista che, dopo un’azione poco fortunata contro una base militare, assiste in serata a un deludente concerto della band simbolo del movimento.

  • Fuori casta. Punk in Irlanda del Nord durante i Troubles di Francis Stewart

Il ruolo del punk nell’abbattimento delle divisioni confessionali nella Belfast degli anni ottanta.

  • The Kids Was Just Crass di The Free Association

Il collettivo The Free Association propone un inquadramento dell’anarcopunk all’interno delle trasformazioni culturali degli ultimi settant’anni, ponendole in relazione alle possibilità materiali offerte dallo stato sociale.